Penso che la scuola, di ogni grado, sia troppo importante per essere affidata ad insegnanti inconsapevoli del ruolo vitale che ricoprono.
Non mi piace il linciaggio pubblico e me ne dissocio ma penso che sia importante una piccola riflessione.
A Treviso una insegnante, ho letto stamani, ha esonerato due studenti dallo studio della Divina commedia perché di religioni differenti da quella cristiana/cattolica.
Premesso che sarebbe un arricchimento leggere tutti i testi sacri, di qualsiasi religione, e lo dice un ateo convinto, qui si sta parlando di un'opera letteraria che è alla base della letteratura Mondiale.
Se nell'inciampo, di una lettura così stupenda, si incorresse nella versione illustrata da Gustave Doré si potrebbe tranquillamente parlare di arte a 360°.

La Divina commedia offre spunti per provare ad arginare i nostri "peccati" quotidiani, i "peccati" di una società che viaggia per abusi, stupri e violenze di ogni genere.
Naturalmente in certi passaggi va contestualizzato perché bisognerebbe ben spiegare perché Dante si vergogna davanti a Geri Del Bello, un tempo la vendetta era quasi obbligatoria, ma questo non ne riduce affatto la sua importanza.
Non si può affrontare l'insegnamento con lo sbadiglio, come un altro qualsiasi impiegato.

Vi metto qua di seguito una parafrasi secondo me molto azzeccata, si parla dell'accidia, siamo sul finire del Quarto girone del Purgatorio, canto XVIII:
Dante si volta verso tutti questi spiriti condannati : "O anime nelle quali lo zelo ardente ora compensa forse la negligenza e l'indugio da voi usati per tepidezza nell'operare il bene [...]".
Penso che non ci sia testo più azzeccato, purtroppo, e mi dispiace moltissimo perché vorrei sentire ben altre storie nel nostro quotidiano.
Se continuiamo così arriveremo davvero alle classi separate, e in quel momento saremo davvero alla fine, perché senza approfondire anche ciò che sembra lontano da noi rimarremo ognuno nel suo misero compartimento stagno, fatto solo di certezze inscalfibili, di paradossi assurdi e piccoli mondi.
Scusate.

Titolo opera: "La moltitudine del pigro"


La Divina Commedia di Dante Alighieri. Illustrata da Gustavo Dorè

Milano: Sonzogno,1869

Canto XVIII del Purgatorio

La parte originale, citata nell'articolo

 

«O gente in cui fervore aguto adesso 

ricompie forse negligenza e indugio 

da voi per tepidezza in ben far messo,

questi che vive, e certo i’ non vi bugio,

 vuole andar sù, pur che ’l sol ne riluca;

 però ne dite ond’è presso il pertugio»