25 aprile ... forse troppo poco compreso
Non credo nelle ricorrenze, le vedo vuote, fine a se stesse, spente di ogni obiettivo almeno per un 95% della popolazione che dovrebbe, questo è vero, esservi interessata.
Qualcuno se la canta appellandosi ad una scarsa cultura ma spesso la realtà è che viviamo in uno stato bigotto ed estremamente noioso.
Uno stato dove le cose son già scritte, ripetitive, e poco interessanti, come il monologo di fine anno del Presidente della Repubblica.
Ci annoiano per addormentarci, per farci vivere ai margini della consapevolezza.
Lasciamo perdere tutte le altre ricorrenze, che servono solo a buttar via soldi, con quelle inutili e sfarzose manifestazioni militari, che servono a rimpolpare l’ostentato e assurdo nazionalismo.
Esagerata fu l’affermazione di un Italia soltanto espressione geografica ma invece chi ci aveva preso era stato Carlo Cattaneo che aveva ipotizzato, non c’erto per primo, una confederazione di stati indipendenti, ognuno con le sue particolarità, con i suoi punti di forza e debolezza, ma comunque uniti al fine di dare una linea più forte a livello internazionale.
Il 25 aprile è, comunque, un’altra vicenda: è il punto più alto della nostra storia; se non fossimo in Italia verrebbe celebrato come tutti i più grandi eventi mondiali, dalla Rivoluzione francese a quella indiana, dal 26 luglio a quella d'ottobre.
Mentre dalle rivoluzioni uscivano altre dittature il nostro frutto fu una tra le più belle costituzioni a livello mondiale.
Odio i faziosi, nel 2018 gli ideali dovrebbero essere valori e la libertà dovrebbe farne parte.
Dovremmo sforzarci di aggiornare le nostre categorie di pensiero, ormai troppo anacronistiche, e cercare di prendere la lezione del passato senza rimanere ancorati su dei simboli ormai troppo obsoleti.
La liberazione si aggiorna di anno in anno, di mese in mese, giorno in giorno, attraverso ogni vittoria: ragazzi autistici che si organizzano gestendo un’azienda agricola, regalando una grandissima emozione, anziché rimanere a casa rendendo una vita inutile e depressa; due madri che riescono a registrare il proprio figlio all’anagrafe di Torino .
“La libertà non è star sopra un albero Non è neanche il volo di un moscone La libertà non è uno spazio libero Libertà è partecipazione.”