La vile decadenza metafisica ... Sinossi
Maya è una ragazza semplice, come una margherita tra i papaveri, vive all’ombra dei difetti di quelli già rubri di sole e voglia di mostrarsi migliori a suo discapito.
Maya è l’ultima persona da cui aspettarsi un cambiamento voluto: goffa, troppo abbondante, scoordinata e soprattutto non crede più in sé.
E’ vittima di un bullismo subdolo che ha confinato la sua anima in un barattolo di vetro in balia delle altre anime libere, e nonostante segua gli altri non è libera e pian piano è marcita.
L’evento traumatico, forse neanche voluto, la obbligherà ad un viaggio “metafisico” verso l’ignoto: conoscerà un vecchio saggio, descritto e pensato come socrate, l’idea del nonno, che l’accompagnerà per tutto il tempo, la deceduta stella polare, Saligia, vittima dei vizi capitali, il macchinista del treno, l’innominabile A, ormai padre e marito in un’altra famiglia, e Andrea figlia di suo padre e Boia “inconsapevole”.
Maya era arrivata a credere di non esser degna di questo mondo.
Si corre dietro a convinzioni astratte credendo che la “bellezza” sia per pochi e che se ne possa far a meno, e forse qualcuno ci riesce davvero, ma non tutti riescono a convivere con un fallimento che ti determina a primo impatto, sempre e comunque, e ti costringe a subire l’ipocrisia come una medicina.
Il non sentirsi accettata determina la perdita progressiva dello scopo. Il viaggio concede a Maya un’opportunità: la comprensione; purtroppo tutto questo avrà un costo.