L'esercito degli annoiati
Ancor più dell’ignoranza temo un altro male, più subdolo, che ti lavora dentro come una percezione negativa, pronto a scoppiare in un istante ed a devastare tutto, annichilendo la forza vitale fino alla completa assuefazione alla routine casalinga.
Si legge negli occhi spenti di chi guarda il calendario e lo scorre giorno dopo giorno, barrando la fatica superata, in attesa della fine come i secondi che precedono il nuovo anno, perdendo ogni stimolo del quotidiano, come se fosse vissuto da altri.
Persone stanche delle fregature, di una vita puttana che hai creduto col sole ma che un giorno ti è piombata addosso con tutta la sua gravidezza.
Li vedi masticare l’odio nei soliti piatti riproposti e osservare l’orologio aspettando l’ora d’aria.
Questo esercito è lamentoso durante il giorno e preferisce ingoiare i programmi alla televisione, alla sera si trascinano stancamente portandosi appresso una sedia da regista per metterla in un punto tattico, di transito.
Osserva, scruta, sparla, si lamenta, riparla, pare diventato un esercito di scimmie: -AH COSI- dico affacciandomi, con gli occhi pesti e la voce bassa, praticamente sottoterra, –AVETE ROTTO... E’ TARDI MA NEL LETTO C’AVETE I PRUNI?-
Alle volte mi sento talmente vecchio che mi pareva di brontolare i figli dei vicini in un primo maggio di pioggia.