Non soffro le vostre droghe… no cari miei stupidotti!
Ratatata non è l’onomatopea della mitraglia sulla vostra pelle ormai lacera e sanguinante ma qualcosa di meno rumoroso e letale, almeno nell’immediato, ratatata è una gabbia dorata dove avete rinchiuso le vostre vite pensando di potervi permettere ogni bene soltanto dilazionando il pagamento.
Ratatata è lo scadenziario vigliacco custodito dalla vostra banca.
Ratatata è il vostro biglietto per entrare nella società dei consumi.
Ratatata serve per sentirsi al passo con tutto nonostante un governo inesistente in uno Paese già debole nella concezione.
Ho saputo di persone che riscuotono per tenere lo stipendio in ghiaccio, in attesa che ogni pretendente, giorno su giorno, ratatata su ratatata, prenda il suo, poveri sciocchi, imbecillotti!
Io non sono assolutamente così, sono stato oculatissimo, ho iniziato rateizzando il cellulare, poi un altro, la televisione, la stufa a idropellets, l’auto nuova, piano di cottura a induzione, forno, ferro da stiro, penna biro, cancellino, una scatola di puntine, un quaderno, un toast già caldo e una Menabrea ambrata fresca, e visto che c’ero ho prenotato il parrucchiere per non strapparmi i capelli a mano.